Descrizione
il libro
La rete ha da sempre rappresentato una scommessa di democratizzazione e liberalizzazione del sapere.
Al contrario, le piattaforme come Facebook, Google, Amazon, hanno saturato l’intero orizzonte socio-tecnico del web producendo una cultura sempre più a loro somiglianza, diventando i nuovi «custodi di internet».
Le persone hanno finito per muoversi in questo ambiente regolato da logiche algoritmiche rinchiudendo l’umanità in bolle conoscitive.
Dorfles e Boccia Artieri affrontano il tema da due prospettive diverse, da un lato evidenziando la necessità di un patrimonio culturale che non passi attraverso il web, per non esserne usati; dall’altro ponendo l’accento sull’esigenza di riappropriarci di Internet per tornare liberi nella rete.
Il saggio è il quarto numero della nuova collana #fgcult – informazione culturale dedicata a comunicazione e cultura, la cui peculiarità è quella di porsi come strumento d’indagine integrativo e complementare al Festival del giornalismo culturale.
gli autori
Giovanni Boccia Artieri
È professore ordinario presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo dove insegna Sociologia dei media digitali e Internet Studies e Comunicazione pubblicitaria e linguaggi mediali.
Piero Dorfles
È giornalista e critico letterario, noto al grande pubblico per la trasmissione televisiva in onda su Rai Tre “Per un pugno di libri”. Ha pubblicato diversi libri dedicati al mondo della comunicazione televisiva e radiofonica.
Quello che si genera è una sorta di effetto “platform bubble” per il quale frequentare una specifica piattaforma può finire per assumere il significato di identificarsi politicamente e alimentare un ambiente di contenuti a propria misura, in cui riconoscersi e che ci corrisponde emotivamente.
Giovanni Boccia Artieri
… fino a che punto la grande scommessa di democratizzazione del sapere che la nascita della rete prometteva è stata mantenuta? In parte sì, non c’è dubbio. […] In parte no, perché per la maggioranza di noi l’accesso a una cultura critica e a una visione analitica del mondo in cui viviamo sembra ancora un obiettivo distante, e forse nemmeno all’ordine del giorno.
Piero Dorfles