L’editore ideale

14.00 

di Piero Gobetti
a cura di Pietro Polito e Marta Vicari
con contributi di Pietro Polito, Marta Vicari, Ersilia Alessandrone Perona
anno 2023
#15 Collana Gobettiana
186 pp.
ISBN 9791280074645

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Descrizione

il libro

I «pochi fogli frammentari», raccolti e proposti nel 1966 da Franco Antonicelli con il titolo L’editore ideale, sono il diario postumo, intimo ed intellettuale, di Piero Gobetti e rappresentano un tentativo di narrazione di sé, accompagnato da quel «tormento dell’autocritica» che è la peculiarità del suo spirito concreto.

Questa nuova edizione è arricchita di saggi storici sulla genesi de L’editore ideale e sul rapporto tra storia e scrittura autobiografica in Gobetti, nonché di un profilo di Antonicelli gobettiano. Essa nasce con lo scopo di tramandare sia l’esperienza tragica e «prodigiosa» di un originale pensatore politico e di un inesauribile organizzatore di cultura, sia il «modello di una editoria per l’Europa che avrebbe potuto essere e che non fu perché – come appunto l’Europa intera – travolta dalla catastrofe dei fascismi».

Le pagine sull’editore come un creatore sono tra le più celebri perché diedero il titolo all’intero libro e perché sono un manifesto ancora oggi valido per l’editoria indipendente e di cultura. Un vademecum mai invecchiato per chi fa il mestiere dell’editore.

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Per saperne di più visita anche il sito del Centro studi Piero Gobetti alla pagina dedicata al progetto de L’editore ideale per i cento anni dalla fondazione della casa editrice del giovane intellettuale torinese.

l’autore

Piero Gobetti (Torino, 1901 – Parigi, 1926)
Intellettuale liberale antifascista, nella sua breve esistenza fonda le riviste «Energie Nove», «La Rivoluzione Liberale» e «Il Baretti». Nel ‘23 dà vita a una casa editrice che in pochi anni pubblica oltre cento libri tra cui Ossi di seppia di Eugenio Montale e le opere dei maestri Luigi Einaudi e Gaetano Salvemini. Il saggio La rivoluzione liberale, suo capolavoro politico, esce nel ‘24. L’attività si arresta per la coraggiosa opposizione al fascismo e con l’esilio volontario in Francia. Nel bilancio di un poliedrico lavoro culturale è forse nella figura dell’editore che si compie la sua eredità morale e politica, riassunta nel motto in lingua greca Che ho a che fare io con gli schiavi?

il curatore della prima edizione

Franco Antonicelli (Voghera, 1902 – Torino, 1974)
Intellettuale militante-educatore, critico, poeta, saggista, uomo politico, è un antifascista intransigente fedele agli ideali della Resistenza.
Direttore editoriale con la casa editrice Frassinelli, nel ‘42 fonda le Edizioni De Silva, note tra l’altro per la primissima edizione di Se questo è un uomo di Primo Levi. Scrive Bobbio: «se c’è un patrimonio di idee che possa dirsi gobettiano», Antonicelli «ne è stato praticamente e non solo idealmente, l’erede più genuino».

Ho in mente una mia figura ideale di editore. […] Quattordici ore di lavoro al giorno tra tipografia, cartiera, corrispondenza, libreria e biblioteca (perché l’editore dev’essere fondamentalmente uomo di biblioteca e di tipografia, artista e commerciante) non sono troppe anche per il mio editore ideale. […] Penso un editore come un creatore.

Piero Gobetti

Un diario, come lo chiamano. La vita moderna è così esteriormente rapida, invadente, c’è tanto bisogno di leggere, di discutere che di rado si posson fare i conti con se medesimo. Voglio vedere se sono capace a fissare un po’ i miei sentimenti e i miei pensieri, voglio sorprendere le mie contraddizioni…

Piero Gobetti

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