Descrizione
C’è una tradizione di storielle ebraiche da Sholom Aleichem a Isaac Bashevis Singer, fino ai fratelli Coen e Moni Ovadia da cui i brevi racconti di Sinigaglia si ispirano e si distinguono perché questa è una raccolta dove alla cultura ebraica si mescolano gli stereotipi, le manie, le insicurezze, il lato noir della quotidianità, in una alternanza tra memoria e presente. Storielle ebraiche ma anche non di Sinigaglia sono brevi spaccati di vita che corrono sulla linea del tempo, dalla guerra alla contemporaneità, tratteggiando personaggi come schizzi su tela: il professore, il prete, i condomini, i genitori, gli amanti, i bambini, tutti protagonisti di una commedia umana tra fragilità e forza.
Prefazione di Roberto Ugolini
Tre ebrei in una stanza, da Storielle ebraiche ma anche non
Come spesso accadeva, Dalia e Amos stavano discutendo animatamente.
«E allora, mia cara, cosa mi dici di Einstein e Freud? E Charlie Chaplin? E Italo Svevo? Tutti ebrei!».
«Sì, e anche tutti geniali, degli innovatori nel loro campo. Ma questo cosa prova?».
«Come cosa prova? Potrei portarti centinaia di esempi. La nostra superiorità è evidente!».
La “nostra”… già quell’espressione disturbava Dalia che non era mai stata abituata a pensare in termini di “noi” e “loro”.
«Ma scusa…», tentò di controbattere lei, «anch’io potrei portarti altrettanti esempi di personalità geniali tra i non ebrei».
«Prego, accomodati!».
«…».
«Ecco, vedi? Non ti viene in mente nessuno. Questo dimostra la mia tesi: in tutti i campi noi ebrei eccelliamo. È inutile, possediamo un maggiore quoziente intellettivo dei gentili».
Naturalmente un numero enorme di esempi le si affacciarono alla mente quando ormai l’aroma pungente della cipolla soffritta col riso in poco burro inondava la cucina e la discussione era terminata da un bel po’. Le succedeva sempre così. Non era capace di tener testa a quel marito così risoluto e convinto delle proprie opinioni.